N° 87
MANI MORTALI
1.
Sin-Cong, un piccolo
Stato della Penisola Indocinese. Mentre sfreccia verso l’alto imprigionato in
un cubo trasparente di un materiale plastico apparentemente infrangibile, James
Rupert Rhodes, attualmente nei panni metallici di War Machine, ripensa alle
ultime parole della donna chiamata Madama Macabra.
-Mi saluti la Luna Mr. Rhodes.-[1]
Era ovviamente
un’iperbole. Il cubo dentro cui si trova non può avere abbastanza forza
propulsiva da superare l’attrazione gravitazionale terrestre… o sì? Dopotutto è
stato creato dal Mandarino e la scienza di quel pazzoide assomiglia molto alla
magia.
Sia come sia, Rhodey
sa che è urgente liberarsi da quella trappola. La forza fisica non è bastata
finora, quindi è il momento di provare qualcos’altro. Spara una scarica di
repulsori contro una delle pareti ma la scarica ribalza sulla sua armatura poi
sulle altre pareti ed infine di nuovo su di lui. Per fortuna l’armatura resiste
senza problemi all’impatto.
<<Ok.>> borbotta <<Sembra che
dovrò tentare qualcosa di diverso.>>
E dovrà funzionare
perché potrebbe non avere il tempo di un nuovo tentativo.
Norman Osborn sta
lavorando nel suo ufficio di Responsabile Scientifico della Osborn Corporation
quando la sua segretaria lo avvisa via interfono.
<<Ci sono due poliziotti che vorrebbero parlarle, Mr.
Osborn.>>
Per un attimo Norman è
tentato di dirle di mandarli via, poi il buon senso ha il sopravvento.
-Li faccia entrare.- dice.
Quando i due entrano
nell’ufficio, li squadra rapidamente e attentamente: uno è alto e magro, ha i capelli bianchi e lo sguardo
disincantato. L’altro è un afroamericano il cui naso deve aver subito qualche
frattura in passato.
-Detective Laviano e lui è il Detective Witts.- si presenta quello dai
capelli bianchi -Siamo qui per…-
-Per parlarmi dell’omicidio di Vincent Vandergill, ovviamente.-
completa Norman.
-Ne è già al corrente?- ribatte Witts
-Non fate i sorpresi, è mia abitudine tenermi aggiornato e la morte
violenta del presidente della mia società[2]
è di certo un evento che merita la mia attenzione. Siete qui per accusarmi di
averlo ucciso?-
-Beh, ecco…-
Prima che Laviano
possa terminare la frase, alle sue spalle si ode una voce di donna.:
-Non dire una parola di più, Norman.-
A parlare è stata una
donna non più giovane ed elegantemente vestita sui cui capelli neri spiccano
ciocche bianchissime.
-Sono Rosalind Sharpe e sono l’avvocato di Mr. Osborn.- si presenta.
-Mr. Osborn ha bisogno di un avvocato?- ribatte Witts -Ha forse qualcosa
da nascondere?-
-Non dica sciocchezze. Sono qui per essere sicura che i suoi diritti
siano rispettati.-
-Possiamo invitarlo al Distretto per una deposizione formale.- replica
Laviano.
-Oh certo che potete, per quel che servirà.-
-Oh, basta!- interviene Osborn -Se vogliono portarmi al loro distretto,
andiamoci pure, Rosalind. Sono proprio curioso di vedere quanto vogliono
portare avanti questa farsa.-
Laviano sospira.
Colpevole o innocente, Norman Osborn è decisamente un tipo da prendere con le
molle.
Nel quartiere del
Bronx chiamato Clason Point, Iron Man sta affrontando il figlio del Mandarino
in uno scontro che finora è arrivato uno stallo. Ora, con un gesto teatrale, il
giovane chiamato Temugin si è sfilato i guanti della sua armatura, perfetta
imitazione di quella in uso all’esercito cinese nel medioevo, e sulle sue mani
sono apparsi uno alla volta dieci anelli variopinti.
Tony Stark li conosce
bene: sono le micidiali armi del Mandarino, che a quanto pare li ha appena
trasferiti al figlio che punta le dita verso il suo nemico in armatura rosso e
oro.
Iron Man si ritrova
avvolto in un blocco di ghiaccio. Flette i muscoli e contemporaneamente aziona
l’uniraggio pettorale fondendo il ghiaccio.
<<Ti ripeti,
Temugin.>> dice <<Cosa farai
adesso? Intendi riprovarci col fuoco?>>
-No!- è la secca risposta.
Dall’anello al dito
indice destro di Temugin esce un raggio di pura forza che proietta Iron Man
contro un vicino edificio facendogli sfondare una parete, poi, prima che l’eroe
in armatura possa rialzarsi, si ritrova proiettato contro un’altra parete da
cui non riesce a staccarsi trattenuto da una qualche forma di energia.
Temugin entra
nell’edificio e con calma solleva la visiera del suo elmo dicendo:
-Non è mio desiderio prolungare questo scontro. Riconosci la mia
superiorità e arrenditi. Non c’è vergogna in una resa onorevole davanti ad un
nemico più forte.-
<<Come hai detto
tu prima; no!>> ribatte
Tony <<La parola resa non è nel mio vocabolario.>>
Con determinazione
Iron Man attinge a tutta la sua energia per spezzare la presa che lo trattiene.
2.
War Machine arma i
suoi missili portatili e li pone in posizione di fuoco. I sistemi dell’armatura
calcolano la giusta angolazione. Complessi calcoli che lui capisce a malapena o
per nulla scorrono nello schermo virtuale davanti ai suoi occhi.
-Ok.- mormora fra sé -Ora.-
Il comando è dato ed
un attimo dopo il cielo sopra le foreste che circondano la capitale del
Sin-Cong si illuminano del lampo dei missili che si infrangono contro la
barriera creata da Madama Macabra. Il calore è intenso, il sudore imperla la
fronte di Jim Rhodes mentre si chiede se l’armatura reggerà, poi la barriera
cede e lui comincia a precipitare.
Ancora una volta il
suolo si avvicina minaccioso.
A migliaia di
chilometri di distanza Iron Man sta ancora tentando di liberarsi dalla presa
magnetica che lo inchioda alla parete di uno dei capannoni della REvolution.
-La tua resistenza è futile.-[3]
gli dice Temugin -Il potere degli anelli del Mandarino è troppo più forte del
tuo.-
<<Amico, questa
litania me l’ha ripetuta tuo padre un sacco di volte e indovina chi dei due ha
vinto alla fine?>>
Aldilà delle sue
vanterie, Tony Stark deve riconoscere che non sarà affatto facile liberarsi,
ma, come ha detto prima, non è sua abitudine arrendersi. Forse non può vincere
l’attrazione magnetica dell’anello ma può fare altro.
Con sforzo piega le dita all’indietro e spara una
scarica a piena potenza contro la parete alle sue spalle che va in mille pezzi.
<<Metterò anche
questo sul conto di tuo padre.>> dice liberandosi dai detriti e rimettendosi in piedi.
-Il tuo coraggio è ammirevole, è un peccato che tu sia destinato a
perdere.-
Senza perdere altro
tempo Temugin sferra un colpo col taglio della mano contro Iron Man portando
via un pezzo di armatura. Prima che Tony possa reagire, un altro colpo ottiene
lo stesso risultato.
-Visto che insisti nel combattere…- dice il figlio del Mandarino -… ti
sconfiggerò con la forza delle mie mani.-
<<Gioca pure a
fare Bruce Lee, se vuoi...>> replica Tony <<... ma ti accorgerai che non sono così
facile da sconfiggere come pensi.>>
-Questo renderà lo scontro ancor più degno di essere combattuto.-
Il ragazzo è tenace,
ma anche io lo sono, pensa Iron Man, ora è il momento di passare dalle vanterie
ai fatti.
In un elegante ufficio
dirigenziale un giovane dell’apparente età di poco più di vent’anni vestito con
un elegante completo scuro sta controllando dei documenti quando la porta si
apre e ne entra una bella donna che indossa un vestito senza maniche che le
arriva appena sopra il ginocchio.
-Buongiorno Zeke.- lo saluta.
Ezekiel Stane solleva
appena lo sguardo e replica:
-Non ti sei fatta annunciare Sunset.-
-Sono il Vice Presidente Anziano di questa società e vado dove mi pare
senza essere annunciata.- ribatte Sunset Bain.
-Ti piacciono le ispezioni a sorpresa? Buono a sapersi. Posso chiederti
cosa desideri?-
Senza aspettare di
essere invitata, Sunset si siede davanti alla scrivania di Zeke Stane ed
accavalla le gambe.
-Desidero un sacco di cose.- replica -Per il momento mi accontento di
sapere come sta andando la nostra scalata ostile alla Oscorp.-
-Suppongo che dovrei dirlo prima a Rumiko o a Philip Stark ma visto che
abbiamo concepito il piano insieme, ti dirò che la prima fase è stata un
successo e la seconda si concluderà stasera con nostra soddisfazione.-
-Ne sei davvero sicuro?-
Zeke sfodera un
sorriso inquietante mentre ribatte.
-Mia cara Sunset, fidati: andrà tutto come ho previsto.-
3.
Il braccio destro di
Iron Man scatta in una certa angolazione bloccando un altro colpo di Temugin e
lasciandolo con la mano semiparalizzata.
<<Il punto debole
di voi aspiranti conquistatori del Mondo è che non imparate mai nulla dai
vostri errori passati.>> afferma il
Vendicatore Dorato <<Ho già sconfitto in passato tuo padre con
la stessa identica mossa.>>[4]
Senza perdere tempo Iron
Man afferra il giovane cinese per il collo con la sinistra e gli punta contro
il palmo della destra.
<<Dimmi perché
non dovrei spararti una scarica di repulsori in faccia proprio adesso.>>
-Non lo faresti mai, tu non uccidi.- ribatte Temugin.
<<Vero, ma posso
stringerti il collo finché non perderai i sensi per il mancato afflusso di
sangue.>>
-Non posso permetterlo.-
Un improvviso bagliore
avvolge il teatro dello scontro e Iron Man, sorpreso molla la presa sul suo
avversario. Ci vogliono pochi istanti perché la vista gli ritorni, ma il figlio
del Mandarino è…
<<Scomparso,
accidenti a lui.>>
Inutile recriminare.
Sa già che sarà inutile cercarlo e comunque presto si rivedranno. Il ragazzo
non gli sembra il tipo che lascia un lavoro a metà.
La donna afroamericana
ha lo sguardo decisamente corrucciato mentre osserva l’uomo di circa
cinquant’anni ben vestito seduto davanti a lei affiancato da una donna forse
della stessa età con due ciocche bianche nei capelli neri.
Guarda i detective
Laviano e Witts e sospira, poi accende un registratore e dice con voce
stentorea.
-Sono il Vice Procuratore Distrettuale della Contea di New York[5]
Maxine Lavender, mi trovo nella sala interrogatori del Distretto di Central
Park e sto per procedere all’interrogatorio di Norman Osborn in relazione
all’omicidio di Vincent Vandergill. Do atto che sono presenti il Detective di
1° Grado John Laviano e il Detective di 2° Grado Stan Witts e che Mr. Osborn è
assistito dal suo legale Rosalind Sharpe. Innanzitutto, Mr. Osborn, chiarisca per
il verbale se le sono stati letti i suoi diritti e se li ha compresi.-
-Mi sono stati letti e li ho compresi.- ribatte Norman Osborn -Non sono
stupido sa?-
-Non l’ho mai pensato, Mr. Osborn.-
Pazzo, forse, ma di
certo non stupido, pensa la donna.
-Bene, allora andiamo avanti con questa farsa. Pensate davvero che io
abbia ucciso Vincent Vandergill perché stava per votare la cessione della mia
azienda alla Stark-Fujikawa? Sciocchezze.-
-Vandergill è stato ucciso con una bomba zucca del tipo che usano
Goblin e Hobgoblin.- interviene l’afroamericano Stan Witts -Hobgoblin è in
carcere a San Francisco[6]
e Goblin è lei.-
-Il mio cliente era Goblin.- replica con voce ferma Rosalind “Razor”
Sharpe -Una commissione di illustri psichiatri ha stabilito che è completamente
guarito da quella sindrome e non può essere ritenuto responsabile se qualcun
altro usa la sua vecchia attrezzatura. L’uomo che cercate potrebbe essere
Roderick KIngsley, l’originale Hobgoblin ora meglio noto come Coordinatore ed
attualmente latitante.-[7]
-Kingsley non aveva alcun motivo di uccidere Vandergill, il suo cliente
sì.- Interviene il Detective Laviano -E poi Goblin è stato avvistato più volte
negli ultimi tempi.-
-Ma non ci sono prove che quel Goblin sia il mio cliente. In passato ci
sono stati altri che lo hanno impersonato. Mi viene in mente Paul Stacy, il
figlio del vostro Commissario.-[8]
Un silenzio
imbarazzato segue le parole di Rosalind Sharpe ed è Norman a romperlo:
-Ho una domanda da fare: Leslie Farrington è ancora vivo?-
Leslie Farrington è il Presidente del Consiglio
dei Direttori della Osborn Corporation imposto a forza a Norman dal Dipartimento
di Giustizia e tutti i presenti ne sono al corrente.
-Certo che è vivo.- risponde Maxine Lavender -Perché lo chiede
-Se io fossi ancora Goblin sarebbe già morto anche lui potete starne
certi. Questa è la prova che non sono Goblin.-
Altro silenzio imbarazzato,
poi Rosalind dice:
-Basta così. Quest’interrogatorio finisce qui. Se non avete elementi
per incriminare ed arrestare il mio cliente, e non li avete ne sono certa, noi
ce ne andiamo adesso.
Witts sta per dire
qualcosa ma Laviano lo zittisce. Maxine Lavender spegne il registratore. Sa che
la Sharpe ha ragione.
-Può andare Mr. Osborn.- dice infine.
Ma se Osborn è
colpevole, lo inchioderò, pensa.
In Sin-Cong War
Machine ha riguadagnato l’assetto di volo ed ora cerca la sua nemica ma senza
successo. In compenso vede Andrew Chord ancora svenuto.
Atterra accanto a lui
e lo esamina rapidamente. Sembra essere a posto a parte un leggero ematoma alla
base del collo, ma si riprenderà.
Un gemito lo avverte
che il dirigente afroamericano della Fondazione Taylor si sta svegliando.
<<Tutto a
posto?>> gli chiede.
-A parte il mal di testa vuoi dire?>> ribatte Chord alzandosi in
piedi -Ti dispiace spiegarmi cosa sta succedendo?-
<<In parole
povere: siamo sotto attacco del Mandarino.>>
-Il Mandarino? Ma perché?-
<<Vorrei tanto
saperlo anch’io. Cosa spera di guadagnare da tutto questo? Perché il Sin-Cong è
così importante per lui?>>
-Non siete i soli a farvi queste domande.-
I due si voltano e si
trovano di fronte un uomo vestito con un costume rosso con guanti, stivali e
cintura gialli come le stelle sul suo petto.
<<Tu...
sei...>>
-Mi chiamano Spirito del Popolo e sono un fedele servitore della
Repubblica Popolare Cinese.- risponde il nuovo arrivato.
Come se non bastassero
le complicazioni che ci sono state finora, pensa Rhodey.
4.
Basta allontanarsi
rapidamente dalla scena dello scontro, raggiungere un hangar segreto, dove sono
custoditi una Ferrari e un cambio d’abito d’emergenza e Tony Stark è in grado
di ritornare alla REvolution senza destare sospetti… non troppi almeno.
Trova Rae Lacoste,
Vice Presidente Esecutiva della società, che, affiancata dalla sua assistente
personale Gayle Watson, contempla, sconsolata, quel che rimane del palazzo
degli uffici: un mucchio di polvere o poco più.
Scambiati i saluti di
rito, Tony chiede:
-Morti o feriti?-
La risposta di Rae
ovviamente non lo sorprende:
-Nessun morto e pochi feriti lievi. Sembra quasi che chi ha causato
questo disastro sia stato attento a non fare vittime.-
Perfettamente coerente
con il modo di agire del figlio del Mandarino. Se solo quel ragazzo capisse che
non è obbligato a seguire i folli piani del padre, ma sarebbe sperare troppo,
pensa Tony, poi si rivolge all’assistente di Rae:
-Immagino che non sarà più tanto contenta del suo lavoro, Mrs. Watson.
Purtroppo non posso garantirle che cose del genere non si ripeteranno in
futuro.-
Gayle scuote la testa
e replica:.
-Immagino che dovrò farci l’abitudine e comunque sono consapevole che
questo è un mondo pericoloso. Sono più preoccupata per i miei figli che per me
stessa.-
-Sì, lo capisco anch’io adesso.- commenta Tony poi si rivolge di nuovo
a Rae -Immagino che dovremo trasferire l’amministrazione alla Stark Tower per
un po’. Se sei d’accordo, farò approntare degli uffici temporanei.-
-Va bene.- replica Rae, poi, dopo qualche secondo di silenzio, aggiunge
-Mi chiedo il perché di questo attacco. Che cosa aveva da guadagnarci il
Mandarino?-
-Bella domanda.- risponde Tony -Peccato che non abbia ancora una
risposta.-
War Machine fissa con
diffidenza l’uomo in costume davanti a lui e dice:
<<Ho sentito
parlare di te: sei la risposta cinese a
Capitan America e lavori per i servizi segreti del tuo paese.>>
-Mi onoro di proteggere la sicurezza della mia nazione e del mio
popolo.- ribatte l’altro in un perfetto Inglese privo quasi di accento -Per
questo sono stato chiamato Mínzú jīngshén, lo Spirito del
Popolo.-
-E perché sei qui?- chiede Andrew Chord.
-Non è ovvio? Per fermare i mortali piani del
Mandarino.-
<<E che ne sai
dei suoi piani?>>
-So che ha qualcosa in mentre qui nel Sin-Cong ma non so cosa.-
<<E anche se lo
sapessi, non lo diresti certo a noi, Le autorità di sicurezza del tuo paese non
sono esattamente molto collaborative. L’ho già sperimentato in passato.>>
-Il Mandarino è un nemico della Repubblica Popolare e spetta a noi
neutralizzarlo.-
-Non che abbiate avuto molto successo in passato.- ribatte Chord
-Quando avete tentato di fermarlo intendo, perché, da quanto ne so, avete anche
tentato di convincerlo a lavorare per voi.-
-Un errore di funzionari incompetenti da tempo rimossi. I miei ordini
sono di eliminare il pericolo che rappresenta. L’ho affrontato ieri a Hong Kong[9]
ma sono costretto ad ammettere che mi è sfuggito. Per questo sono qui.-
<<Se l’hai
affrontato e sei sopravvissuto non devi essere tanto male.>> ammette Jim Rhodes <<Credi che sia
venuto qui?>>
-Non posso rispondere a questa domanda.- replica Spirito del Popolo
-Conosco la tua fama War Machine. Alcune fonti ti dipingono come un terrorista
e secondo altre combatti per il bene della gente comune come me. Ti chiedo di
non interferire con la mia missione.-
<<Con il
Mandarino di mezzo è una cosa che non posso garantire. Se non lo cercherò io
sarà lui a cercarmi, credimi.>>
-Parlerò coi miei superiori e chiederò che mi sia concesso di
collaborare con te.-
Ma lo faranno? Rhodey
è decisamente scettico.
Nel salotto della
dimora di città che appartiene alla sua famiglia da almeno un paio di
generazioni, Norman Osborn si versa un drink e porge un bicchiere a Rosalind
Sharpe.
-È autentico puro malto scozzese, lo faccio venire appositamente.- le
dice.
Mentre sorseggia il whisky,
l’avvocatessa chiede:
-A me puoi dire la verità, Norman: sei stato tu?-
-Credevo che gli avvocati preferissero non fare mai questa domanda ai
loro clienti, Rosalind.- ribatte Norman -Ti risponderò comunque: dicevo la
verità al distretto: se fossi stato io, anche Farrington sarebbe morto. Non
sono il tipo da lasciare le cose a metà.-
-Un’interessante linea di difesa, ma temo che una giuria non la
gradirebbe e che nemmeno la Polizia e il Vice Procuratore l’abbiano apprezzata.
Spero tu abbia un alibi, Norman.-
-Ne ho davvero bisogno?-
-Potresti.-
-E se ti dicessi che sono davvero di nuovo Goblin ed ero impegnato in
quella veste da un’altra parte?-[10]
-Me lo terrei per me, ovviamente, se fosse vero, e stavolta non voglio
saperlo.-
-Ma qualcuno ha usato le armi di Goblin tentando di coinvolgermi
nell’omicidio e puoi credermi, Rosalind, la cosa non mi piace per niente.
Chiunque sia stato, farò in modo che se ne penta amaramente.-
E guardandolo negli
occhi, "Razor" Sharpe sa che Norman Osborn crede in quel che dice.
5.
Quando Tony Stark rientra nel suo attico alla
Stark Tower, Pepper Potts gli si precipita incontro abbracciandolo.
-Ehi, adoro questo genere di benvenuto.- esclama Tony.
-E non hai ancora visto niente.- replica Pepper baciandolo con
trasporto.
-Sempre meglio, direi.-
Tony solleva di peso
Pepper tra le sue braccia e dice:
-Che ne dici se rimandiamo tutto il resto a più tardi e ci rilassiamo
un po’ insieme?-
-Che a volte hai delle buone idee, Mr. Stark.
Più tardi i due si
concedono un ulteriore momento di relax nell’idromassaggio ed è solo allora che
Pepper chiede:
-Com’è la situazione alla REvolution?-
-Meno seria di quanto credessi.- risponde Tony -Il Mandarino ha voluto
farmi sapere che può colpirmi quando vuole e suo figlio mi ha messo un po’ in
difficoltà ma come vedi sono qui.-
-Vorrei tanto capire cos’ha in mente quell’uomo.-
-Difficile. Vuole
restaurare l’antica gloria della Cina, per dirla a modo suo. Sogna di essere il
nuovo Gengis Khan ma cosa questo abbia a che fare con quest’ultimo attacco,
davvero non riesco a capirlo, ma quando ci riuscirò, so già che la risposta no
n mi piacerà.-
Anna Wei osserva da una finestra War
Machine e Andrew Chord parlare con lo Spirito del Popolo. Vorrebbe tanto
poterli avvertire del pericolo che stanno correndo, ma non può farlo.
Finché suo figlio è ostaggio del
Mandarino, lei non ha altra scelta che obbedirgli, anche se questo dovesse
costare la vita dei due occidentali. Su una cosa Madama Macabra ha ragione
pienamente: non è mai saggio sfidare la collera del Mandarino.
Hong Kong, distretto di Kowloon, “i
Nove Draghi”. Un cadavere è stato estratto dalla Victoria Harbour e due
detective della Polizia sono in piedi accanto ad esso.
-Chi è?- chiede quello più anziano ad un poliziotto in uniforme.
-Non lo sappiamo ancora, guardi.-
Il cadavere è chiaramente
carbonizzato e senza abiti.
-Bel pasticcio.- commenta il poliziotto e si rivolge al medico legale
-Idee su cosa l’ha ridotto così-
-Nessuna ancora.- risponde questi -L’unica cosa che posso dire ora è
che è stato sottoposto ad una temperatura molto elevata. Più di quella che si
sviluppa in un normale incendio.-
-E comunque non ci sono stati incendi recentemente. Potrebbe essere un
omicidio?-
-Potrebbe.-
-Ma chi è quest’uomo e chi avrebbe voluto ucciderlo?-
Non c’è risposta.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Poche cose da dire su
quest’episodio:
1) Rosalind “Razor” Sharpe è un comprimario
ricorrente della serie di Devil. Oltre ad essere un avvocato senza scrupoli a
capo di uno studio legale prestigioso, è anche la madre naturale di Franklin “Foggy”
Nelson, il miglior amico di Matt Murdock alias Devil. È stata creata da Karl
Kesel & Cary Nord su Daredevil Vol. 1° #353 datato giugno 1996
2) Anche Maxine Lavender viene dalla serie di Devil
ed è stata creata da Frank Miller su Daredevil Vol. 1° #171 datato giugno 1981.
Nel prossimo episodio: il Mandarino viene allo
scoperto, Temugin e Madama Macabra attaccano e molto altro.
Carlo
[1] Direttamente dal finale dell’ultimo episodio.
[2] Sempre nell’ultimo episodio.
[3] Dove abbiamo già sentito questa frase. -_^
[4] Credeteci, è avvenuto su Tales of Suspense #55 (In Italia su Devil, Corno, #39).
[5] Ovvero l’isola di Manhattan.
[6] Dopo gli eventi di Ragno Rosso #29.
[7] In seguito a fatti avvenuti su L’Uomo Ragno #95.
[8] Nientemeno che su L’Uomo Ragno MIT #5.
[9] Nell’ultimo episodio,
[10] Maggiori particolari su L’Uomo Ragno #98.